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La storia dell’associazione

In principio era il nulla assoluto: l’Italia, dalla quale nacquero e produssero o emigrarono all’estero tantissimi fabbricanti di strumenti musicali meccanici, aveva dimenticato quasi tutto della musica meccanica e non una voce forte, non un’associazione istituzionalizzata vi era a reclamare il proprio patrimonio... Centinaia di strumenti meccanici dormivano dimenticati in vecchie cantine e, chi li vedeva, si domandava cosa fossero e se in un camino avrebbero potuto donare un po’ di calore....
Poi una scintilla animata dalla forza travolgente del colpo di fulmine e della pazzia della passione decise di rimescolare le carte, rigettarle in tavola e vedere di cambiare il destino avverso... Così nel 1998 nacque l’AMMI (Associazione Musica Meccanica Italiana).
Franco Severi, Guido Pedrelli, Mirella Molari, Romano Severi e Maurizio Cattabriga ne furono i padri fondatori e con le poche forze dell’inesperienza ma con la grinta di chi insegue un sogno radunarono attorno a sè amici ed appassionati e andarono di piazza in piazza, di strada in strada, di casa in casa a mostrare i loro strumenti meccanici e lasciando sbalorditi gli spettatori che, increduli, vedevano per la prima volta strumenti di quel genere. Da allora gli alberi hanno visto ingiallire, cadere e rinascere molte volte le loro foglie e, in questo tempo, lo sparuto gruppetto di appassionati si è tramutato in un’associazione che conta centinaia di soci e che organizza festival i
nternazionali, corsi, convegni e manifestazioni culturali atti a promuovere il recupero, il restauro e la diffusione della grande arte della musica meccanica.











 
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